suonarSi a~C(c)anto
Un chitarrista e un pianista che suonano insieme.
docenti: Claudio Riggio e Alessandro De Angelis

C’è un limite nell’interplay.
Quel limite non è, a nostro avviso, una costrizione, come molti credono.
È piuttosto la linea di un disegno. La traccia di un canto.
La possibilità di suonare più note simultaneamente per entrambi gli strumenti può divenire un muro invalicabile. Può far scaturire l’urgenza di comunicarsi preventivamente ogni più piccola interpretazione di sigle o altre notazioni.
Ma il limite è un disegno.
Questo seminario si pone la questione di mettere a fuoco quel disegno.
Se ci sono due linee c’è uno spazio.
Se quelle due linee si muovono in spazi diversi, consapevoli della loro diversa origine e per questo tendenti ad attrarsi, c’è un volume.


Rendere risuonante il volume esistente in quel limite.

Materiale
Un tema, un accordo o un groove ritmico che ci piacciono.

L’oggetto “1”
Ogni singolo suono è pulsazione, la frequenza lo è.
Ogni singolo suono è l’inizio di una frase o la sua conclusione.
Ogni singolo suono è parte di un voicing.
Ogni singolo suono appartiene, quindi, come minimo, ai tre elementi del linguaggio musicale: Ritmo, Melodia e Armonia.
Tu.
Io.
La stanza dove abbiamo suonato ieri.

Elementi per differire
Durata,
altezza,
intensità,
timbro,
colore,
respiro,
intenzione,
ricordo,
progettualità…

Modalità di rapporto
- Condividere lo spazio/frequenza.
- Respirare insieme o in momenti opposti o comunque diversi.
- Individuazione dei ruoli descrittivo-impressionistico e cordale-narrante.
- Due strumenti giustapposti.
- Un unico strumento.
- Il tempo e lo spazio: la pausa come suono silente, la collocazione fisica dei due strumenti nella stanza.
- Il tempo e lo spazio: il rapporto con la pulsazione dell’altro. Il rapporto con la pulsazione è spazio. Lo spazio è anche tempo, frequenza e densità.
- L’interplay piano chitarra in duo e all’interno di un gruppo più ampio.

Il telaio armonico-ritmico-melodico
- Analisi affettiva di una canzone, prendersi cura di ciò che più ci attrae nel brano porta a non sovrapporsi mai, nella consapevolezza
  dell’identità propria e dell’altro.
- Tecniche di sviluppo della linea, nella libera improvvisazione e, in seguito all’interno di strutture ritmiche ed infine ritmico-melodico-armoniche.
- La risoluzione delle dissonanze come consapevolezza dell’attitudine espansiva di una linea.
- La risoluzione delle dissonanze in rapporto alla pulsazione ed agli accenti.
- Gli accordi esplosi e la dispersione tonale.
- I policordi improvvisati come strumento nella libera improvvisazione e nella verticalizzazione delle sigle.
- La poliritmia.
- Il ritmo come colore.
- L’accordo o la linea (riff) come elemento ritmico.
- La percezione armonico-ritmico-melodica 1+1+1+1…
- La percezione armonico-ritmico-melodica 1x2x2x2…
- Lo slittamento armonico, melodico e ritmico.

Il suono
- Ricerca di timbri-colori.
- Il tocco.
- L’impasto dei due strumenti.
- Il bilanciamento dei due suoni.
- L’arpeggio e altre tecniche come colori.
- La percezione e consapevolezza che una frase suonata con due dinamiche diverse non è la stessa frase: diversi armonici, diverse note.
- Suonare all’unisono con diversa dinamica è suonare all’unisono?
- Il suono di una singola nota come impressione sostitutiva di un’armonia e/o di un paesaggio.
- Suonare una melodia decontestualizzandola emotivamente può dare “sorprese” timbriche.