Dal 17 dicembre 2004 a 17 gennaio 2005, Kansas City è andato in onda sul quarto canale della filodiffusione RAI
RECENSIONI RAI:

L'opera
L'autore


MI HA SEMPRE INCURIOSITO il fatto che un uomo, innamorato della propria terra, la mia terra, la chiamasse con un altro nome. Sentirsi straniero, perpetuamente adolescente della propria vita, investito da quella felicità di risentirsi sé stesso, come ci capita scendendo da un treno, in una stazione, in una città nuova, sconosciuta. Ma se è così, e Bianciardi lo aveva capito, l’unico viaggio possibile è quello immaginario, l’unico in grado di portarci veramente lontano, a casa nostra. Noi felici e sconosciuti.

L‘IDEA NASCE DALL’AMORE per quest’uomo, lo stesso amore che lo legava disperatamente a Grosseto. Un amore così intenso da lasciare tracce nella realtà. Modificandola. “Era un tormentone” - dice chi lo ha conosciuto - “Grosseto come Kansas City”.
Un uomo è i luoghi in cui è stato amato e amare è farsi portare altrove, in un altro luogo.

COSÍ GROSSETO, la sua città, era Kansas City. Così Bianciardi era un altro uomo.

ADESSO SCORGO, a distanza di tempo, tra quelle piccole scomodità che ti spingono a fare qualcosa, l’intorpidito e indispensabile desiderio di un’altra chance.
Nessun vincolo biografico o filologico perché niente è più squallido di un innocuo ricordo.

KANSAS CITY E’ PENSATO come una partitura per una prova; contiene osservazioni, suggerimenti, idee da sviluppare che non saranno mai eseguite. Ma che la voce di Giulia Fossà riporta e consegna al pubblico.

UNA GIORNALISTA è incaricata di scrivere una biografia di Luciano Bianciardi.
Si innamora, però, dei luoghi della sua vita. Reinventandola.
L’opera si dà nel suo costituirsi, avviene in realtà solo nell’immaginario di ogni spettatore/ascoltatore.
Ed ognuno ne fa il suo altro luogo, diverso da tutti i luoghi degli altri spettatori.
Anche il sottotitolo “8 quadri per una radiocommedia (e/o un CD e/o un evento teatrale.)” è una finzione. In realtà non è niente di tutto questo.

E’ SEMPLICEMENTE quello che lo spettatore sente e vede.

Claudio Riggio


Testi di:

Claudio Riggio
(con alcune citazioni da scritti di Caproni, Bianciardi, Cassola, Corrias e De Andrè).

Musica:

Improvvisata
(eccetto “Picasso” e “Le cose di Alfredo” di Claudio Riggio).

Mixaggio:
Antonio Pulli, VD Music, Roma
Registrato dal vivo il 4, 5 e 6 luglio 2003 al Teatro degli Industri di Grosseto.

Grazie a Paolo Lecca, Ippolito Simion e Fabrizio Forner per le foto di scena, Loretta Cianfrogna per la brochure di presentazione e al Comune di Grosseto per la concessione del Teatro degli Industri.
 

Claudio Riggio Alessandro
De Angelis
Giulia Fossà Piero Bronzi Angelo Olivieri Antonio Pulli

Giulia Fossą